Lasciare il proprio paese, trovare una casa e un lavoro, far nascere e crescere i figli in una società diversa da quella in cui si è nati, sono scelte coraggiose e difficili che spesso mettono a dura prova l’equilibrio psicofisico delle persone.
Di fronte a momenti importanti del ciclo vitale come una gravidanza, il primo anno di vita del bambino, l’impatto con la scuola, l’adolescenza, una malattia, la perdita del lavoro, un lutto nel paese d’origine o il ricongiungimento di un familiare, le famiglie migranti sono particolarmente vulnerabili in quanto non sempre ritrovano nella società di accoglienza quel supporto culturale dato dalla famiglia allargata tradizionale e da modi di fare condivisi dalla società.
Per questo motivo è importante poter offrire loro una presa in carico che tenga conto della dimensione culturale della sofferenza psichica e del fatto che ogni cultura ha rappresentazioni diverse della salute e della malattia e modalità di cure che gli sono proprie.
La conoscenza dei riferimenti culturali che i migranti utilizzano per codificare ed esprimere la loro sofferenza psichica, quasi sempre intrecciata alla loro storia migratoria, si rivela dunque cruciale per un’ efficace presa in carico. Il Centro Le Radici si avvale di etnoterapeuti formati presso il Centre Georges Devereux di Parigi, secondo il modello teorico di Tobie Nathan.